
el hombre salvaje - Dio Pan - Wild man
Il dio selvaggio, simbolo dell'umanità selvaggia, primitiva. Rappresenta un profondo rapporto dell'uomo con la natura. Era un musicista, un grande conoscitore dei segreti degli animali e della natura. Amava la musica e il buon bere, il miele, produceva formaggi.
Nell'Antichità, presso moltissimi popoli (Celti, Romani, Greci, Egiziani, Indiani, popoli nordici, e persino in oriente e tra i popoli nativi americani) era un Dio, nel Medio Evo era temuto e cacciato perchè pagano o deriso e schernito perchè inferiore (veniva usato come attrazione circense o trofeo di caccia), nel Rinascimento era conosciuto come "buon selvaggio", in quanto espressione della parte più innocente dell'essere umano, l'incolto, rappresentava i popoli scoperti dai grandi navigatori). La sua figura e' legata a Gilgamesh, al Fauno, a Dioniso, al Satiro, al Silvani e Sileni, pure ai santi (San Giovanni Crisostomo) e Mago Merlino e a moltissimi altri esseri (iniziate la vostra ricerca dai siti proposti in basso).
Dedico questa pagina al mito che ho descritto nella mia tesi di laurea, alla mia passione per la natura, la musica e le arti, la letteratura e la cultura in generale.
« È sostanzialmente un comune mortale che vive al di fuori del consenso umano preferendo i luoghi isolati, la montagna, il bosco. A contatto con la natura ha esaltato al massimo le sue caratteristiche fisiche che gli assicurano la vita: forza, robustezza, fiuto eccezionale per inseguire la preda. È timido, rifugge dal prossimo isolandosi al punto tale da attenuare le sue capacità psichiche fino alla stupidità. Non si lava né si pulisce. Non si rade né si taglia i capelli cosicché questi si fondono raggiungendo le ginocchia. Per questo diventa una figura terrificante esaltata dalla pelle di caprone con cui si ammanta. Un atto gentile lo intenerisce. A volte sente il bisogno di fraternizzare con gli uomini. Allora si ferma insegnando loro i mestieri della malgazione, della lavorazione dei latticini di cui è maestro. » (Giuseppe Sebesta)
From Wikipedia.
The wild man (also wildman, or "wildman of the woods", archaically woodwose or wodewose) is a mythical figure that appears in the artwork and literature of medieval Europe, comparable to the satyr or faun type in classical mythology and to Silvanus, the Roman god of the woodlands.
The defining characteristic of the figure is its "wildness"; from the 12th century they were consistently depicted as being covered with hair. Images of wild men appear in the carved and painted roof bosses where intersecting ogee vaults meet in the Canterbury Cathedral, in positions where one is also likely to encounter the vegetal Green Man. The image of the wild man survived to appear as supporter for heraldic coats-of-arms, especially in Germany, well into the 16th century. Renaissance engravers in Germany and Italy were particularly fond of wild men, wild women, and wild families, with examples from Martin Schongauer (died 1491) and Albrecht Dürer (1471–1528) among others.
Siti web:
https://en.wikipedia.org/wiki/List_of_nature_deities
https://en.wikipedia.org/wiki/List_of_tree_deities
https://en.wikipedia.org/wiki/Wild_man
https://it.wikipedia.org/wiki/Uomo_selvatico