WSET 3!!! Certificazione ottenuta con Merito!!!
- Daniele Benetton
- Feb 6, 2017
- 5 min read
...E finalmente! Dopo intenso studio teorico e pratico ci siamo! ...E finalmente! Dopo aver soddisfatto gli esaminatori ("having satisfied the examiners") e dopo aver atteso 10 settimane, e' giunto il certificato WSET livello 3!
Il percorso e' abbastanza definito. La parte teorica apre lo studente alla geografia del vino (clima e suolo), ai metodi di produzione (viticoltura, vinificazione, maturazione e imbottigliamento) e di commercio.
Lo studente deve spiegare i fattori chiave (stile, qualita', prezzo, metodo di produzione) per vini (bianco, rose', rosso, e dal secco al dolce), vini fortificati, frizzanti, liquori e alcolici (gin, vodka, rum, brandy, whisky, tequila).
La parte pratica consiste nella degustazione delle tipicita' enologiche nei vari siti di interesse a livello mondiale. I vini vengono suddivisi in gruppo 1 e 2 (per esempio: Bordeaux e Cotes de Bordeaux)
Grande attenzione e' rivolta alla Francia (che noia!), poi a cascata: Spagna, Italia, Germania, Austria, Portogallo, Grecia, Ungheria, USA, Canada, Argentina, Cile, Sud Africa, Australia e Nuova Zelanda.
Ogni informazione aggiuntiva e' raccolta nel file allegato in: Cultura>Biblioteca-Library (WSET livello 3 specifica del corso)
Lo studio richiede grande attenzione al dettaglio in quanto gli esaminatori richiedono, in sede d'esame, specifiche risposte a specifiche domande. Questo sia per la parte teorica sia per la parte di degustazione.
Ritengo che lo studio sia all' 80% nozionismo, mentre al 20% richiede l'elaborazione di informazioni.
Dal mio punto di vista e' un esame ben costruito, composto da tre parti: risposta multipla, parte descrittiva e una parte dell'assaggio "blind" ossia alla cieca.
Purtroppo, e questo non me l'aspettavo, ho dovuto rifare la parte dell'assaggio!!! Apriti Cielo! Proprio io il cui cammino e' vegliato dal Dio Pan e da Dioniso!...oltre a tutta una serie di figure immaginarie che esistono solo nel boschetto della mia fantasia quali Ninfe, Satiri, Sileni e Uomini Selvaggi!
Avevano ragione: non ero pronto! Quando non si supera un esame si apre un'opportunita' incredibile: ripassare, approfondire, ricercare, riesaminare i propri metodi di studio e riesaminare la materia di studio.
Nel mio caso, analizzare organoletticamente questo Liquido Odoroso (Cit. Sandro Sangiorgi) e' stato un po' difficile. In passato si beveva ma non si degustava. Quanti di noi lo hanno fatto? Wset (come ogni altro corso) aiuta a "vedere e sentire" il vino. E' chiaro che a questo livello non si chede di distinguere un Riesling di Mosella da quello di Rheingau o Rheinessen. Cio' che si chiede e' di riconoscere "le punte di diamante" delle varie nazioni quindi un Carmenere del Cile da un Cabernet Sauvignon di Bordeaux. E in sede degustativa dovrebbe essere semplice in quanto due sono i metodi di analisi: quello dell'esclusione e quello del riconoscimento della tipicita'.
L'analisi sensoriale sistematica permette di comporre il puzzle di questa sostanza misteriosa. Ed e' bello perche' scoprire un vino e' come interrogarsi per scoprire una persona, l'apparenza e la verita', il carattere, il luogo di provenienza, il comportamento e ogni sfaccettatura che si modifica con la maturazione.
In preparazione al mio secondo tentativo ho consultato varie voci: Wine Folly, Jancis Robinson, Guildsommelier, Tim Gaiser, R. Jackson... (un elenco completo lo si trova nel mio post: WSET: elenco siti per studio).
A seguito alcuni consigli pre esame:
- identificare i fattori chiave che definiscono un vino, annotare le deviazioni e punti di riferimento
- chiedersi: "come non potrei mai sbagliare un Cabernet Sauvignon?"..."Come non potrei mai sbagliare un Riesling?"
- usare un approccio diagnostico (non interessarsi di indovinare il vino ma analizzarlo e giungere a conclusioni congruenti all'analisi). Il nostro cervello analizza e interpreta la realta'. Di contro ci sono i bias (https://it.wikipedia.org/wiki/Bias_(psicologia) che andrebber evitati
- crearsi uno spot maker ossia un modo personale per riconoscere un vino
- procedere con calma, senza nervosismi e senza conclusioni affrettate
- imparare a descrivere il vino come un mantra, procedendo nei descrittori sempre alla stessa maniera
- imparare a descrivere un vino dalle conclusioni (questo e' un Chenin Blanc del Sud Africa) fino all'inizio (colore, limpidita', trasparenza)
- essere concisi: non pensare troppo a lungo. Gli anglofoni dicono Think long-Think wrong
Alcuni consigli durante l'esame:
Alla vista:
- descrivere bene colore, brillantezza, opacita', intensita'
- annotare il colore che puo' indicare il vitigno, clima, territorio e metodi di coltivazione/vinificazione/maturazione
- annotare il bordo che puo' indicare il vitigno ma anche lo stato: se giovane o invecchiato (specie per i vini rossi)
- annotare la viscosita': le lacrime sono veloci o lente? fitte o distaccate? lunghe o corte? si denota pigmentazione?
- annotare colori secondari che possono denotare gioventu', maturazione o clima
Al naso:
- annotare la prima impressione ma conservarla per il giudizio finale. Non basare tutta la descrizione solo sulla prima impressione.
- annotare uno, due, tre aromi chiave. Poi approfondirli.
- annotare la qualita', l'intensita' degli aromi. Ricordarsi che per alcuni vini l'aroma al naso cambia rispetto all'aroma rilevato in zona retronasale (Pfalz Riesling: da tropicale a non maturo; McLaren Shirah da frutti maturi scuri a mirtilli/lamponi; Sauvignon Blanc Nuova Zelanda da tropicale a gusto appena accentuato)
- annotare se il vino sembra piu' sul nuovo mondo o vecchio mondo (se e' fruttatissimo e tecnologicamente perfetto oppure se bevendolo sembra di stare in una cantina europea)
- legno e/o cemento e/o acciaio?
Al palato:
- confermare cio' che si ha annusato
- determinare il livello di zuccheri residui
- determinare, espandere e confermare gli aromi al naso
- determinare la struttura: acidita', tannino, alcol, corpo
- assaggiare e temporeggiare 5-15 secondi prima di ogni descrizione
- i tannini provengono dal vitigno, dal legno o dall'interazione legno/vino?
Conclusione:
- chiedersi se la prima impressione e' ancora valida
- avvicinarsi alla varieta', eliminare i vitigni improbabili, circoscrivere le possibilita'
- evitare ogni conclusione basata su un singolo elemento
- associative reharsal: richiamare alla memoria la classicita' dei vini degustati in precedenza, gli esempi tipici per ogni regione, clima e territorio. Richiamare alla memoria l'esperienza legata alla somiglianza del vino in questione
Durante la sessione e' importante ripetere gli stessi gesti in modo da eliminare i distrattori sociali, e' importante non aver mangiato alimenti fortemente aromatici, ambiente rilassato, senza distrazioni (luci, colori, rumori...), panno bianco e sempre, sempre, bere acqua per mantenere il naso umido.
E' consigliabile, assaggiando, mantenere la testa bassa e mirare lo sguardo verso il basso in quanto cervello e sguardo sono intimamente collegati.
Poi, se uno e' natural (= un campione dotato per natura) sara' in grado di stendere una descrizione perfetta anche di notte alla Sagra del Maiale ammirando le motocicliste con le coscie al vento e deliziando i commensali con aforismi Shakesperiani!
Ovviamente, non potendo scrivere tutto in un unico post, dedichero' tempo e spazio altrove per approfondimenti sulla degustazione sistematica.
Ringraziamenti.
Desidero ringraziare:
- il sommelier AIS noche' futuro enologo "Rompi Rompi" per il sostegno educativo!
- le aziende che mi finanziano!
- ovviamente il Dio Pan!
E ricordatevi: pure i Master Sommeliers sbagliano vitigno, annata ecc...L'importante e' descrivere il vino dosando bene oggettivita' e soggettivita', congruenza. Non usare descrittori aromatici troppo ricercati, non essere generici e non usare aromi di cui non siamo certi (nell'area mediterranea l'uva spina non e' conosciuta come al centro nord Europa e viceversa per le olive nere).
Le foto riportano il day after ossia il giorno dopo l'esame passeggiando per una via di Londra vicino a Liverpool Station.
Hurrah!!! :D
Comments